
Viagrande
Viagrande si distingue per le numerose ville e residenze estive che l'aristocrazia acese e catanese ha edificato dal Settecento in poi nei loro fondi. Alcune di esse ( Palazzo Carcaci e Palazzo dei Marchesi di San Giuliano tra le più antiche), preesistenti e ricostruite nel Settecento, conservano una forte connotazione difensiva nei basamenti. Tutte con parchi secolari secondo il gusto del tempo. E' il caso di Villa Manganelli dei principi Paternò e Biscari, con giardino "magico e ferace", viali di cutilisci e numerose sculture. La villa fu risistemata da Carlo Sada( 1849-1924), progettista del Teatro Bellini di Catania, nella seconda metà dell'800, e fu il primo edificio al quale l'architetto lavorò fuori dalla città. Esempio in stile Liberty è il Palazzo Mirone-Deodato, al centro del paese, realizzato da Francesco Fichera( 1881-1950), con prospetto decorato a spirali e figure fitomorfe.
Cenni Storici:
Le prime notizie su Villalori e Vilardi (oggi Viscalori e Velardi) si riferiscono al 1124, anno in cui fu costruita in quella zona una prima piccola chiesa. Dal XII secolo in poi lo sviluppo delle due borgate separate l'una dall'altra , seguiva un andamento lento ma costante malgrado la


drammatica situazione dovuta all'eruzione del 1408 che causò gravissimi danni all'economia agricola dei quei luoghi. Dopo oltre un secolo da quell'evento, le due borgate si uniscono lungo l'incrocio tra la Via Regia, antica strada di collegamento tra Catania e Messina, ed una importante trazzera che conduceva al mare passando per i centri abitati di Aci Sant'antonio, Aci Catena e Acireale. La chiesa madre distrutta dopo il terremoto fu ricostruita nella piazza San Mauro.Intorno alla fine del XVI secolo Viagrande è ormai un centro abitato ben definito, e nei due secoli successivi mantiene il ruolo di piccolo centro agricolo. Il potere è esercitato dalla nobiltà sin dal 1641, quando Filippo IV di Spagna investe del titolo principesco Domenico Di Giovanni, conferendogli le terre di Viagrande.Quando nell'800 i grandi moti rivoluzionari scuotono l'Europa, Viagrande conquista il suo piccolo posto nella storia risorgimentale e subisce le persecuzioni di polizia conseguenti alla restaurazione del potere borbonico. L'impresa garibaldina del 1860 vede un gruppo di giovani di Viagrande partecipare attivamente alla liberazione di Catania. Giunte notizie delle tante imprese dei "Mille" il popolo di Viagrande volle mandare in dono al generale "quindici quintali di paste, ventisei salme di vino, ed una cassa ben fornita di filacce e fasce". Non si fece attendere il ringraziamento ufficiale del generale Garibaldi, sotto forma di un messaggio conservato ancora oggi nella sede comunale: "Comando Militare dell'esercito nazionale - Messina lì 4 agosto 1860 - Un saluto di cuore ai bravi cittadini di Viagrande - manda - Giuseppe Garibaldi"