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IL PALAZZO DI CITTÀ

 

Il Palazzo di Citta' con il suo prospetto tardo barocco fa di piazza Duomo un unicum estremamente suggestivo.
Iniziata nella seconda meta' del Seicento, la "Loggia Giuratoria" venne ben presto distrutta dal terremoto del 1693: la ricostruzione su disegno di Costantino Larcidiacono si protrasse per tutto il Settecento. Ancora danneggiato dai terremoti del 1783 e del 1818, fu nuovamente restaurato e completato, subendo profonde modifiche nel corso di questi ultimi decenni che hanno visto l'ala sinistra al suo interno completamente ristrutturata.
Da tanti cambiamenti si e' salvato fortunatamente il prospetto che ha mantenuto la sua originaria nota tardo barocca. La facciata, scandita da eleganti paraste bugnate, e' animata dal sobrio aggetto scultoreo delle mostre delle aperture. Una balaustra in pietra bianca nella parte inferiore, interrotta dall'aprirsi dell'ampio portale, da' all'insieme quel senso di movimento che nella parte superiore e' ripreso dall'incurvarsi dei balconi. A siffatto gusto scenografico rispondono infine, pienamente i mascheroni, mensole a forma di volto, il cui vario e doloroso atteggiarsi esprime la condizione di chi subisce il peso del sovrastante balcone (le opere in pietra bianca sono frutto del magistrale artigianato dell'intagliatore Diego Flavetta). Ancora da citare nel Palazzo di Citta' sono lo stemma comunale, posto al di sopra del portale (simile a quello della Cattedrale), le epigrafi dell'atrio che costituiscono una sorta di marmoreo secolare giornale di cronaca cittadina, e l'affresco Italia, eseguito da Primo Panciroli nel 1942 nella volta del salone del Consiglio.
Al pianterreno a sinistra e' il Gabinetto di Lettura, dal 1833 sede ufficiale dell'Accademia di Scienze, Lettere e Belle Arti degli Zelanti e dei Dafnici. La Zelantea, fondata il 3 ottobre 1671, e' la più antica delle accademia di Sicilia. L'accademia da tre secoli continua a svolgere un ruolo di primo piano nel promuovere la cultura in Acireale: sono sue creature la Biblioteca e la Pinacoteca Zelantea; la rivista scientifico-letteraria "Memorie e Rendiconti" e le altre sue pubblicazioni hanno diffusione internazionale per i cambi con le accademie di tutto il mondo

VILLA BELVEDERE

La Villa Belvedere, intitolata a Vittorio Emanuele III, è il piu' grande giardino pubblico della citta'.
Sorta nel 1848, prese subito il nome di Belvedere per lo splendido panorama che si gode affacciandosi dal suo balcone in fondo al viale principale: lo sguardo si distende a sinistra oltre Taormina fino alla Calabria, a destra si vedono le colline di Augusta. Davanti, in basso, e' la "Timpa" su cui sorge Acireale; dietro si innalza maestoso l'Etna.
Sei busti di illustri acesi dell'800 e del '900 adornano le aiuole. La rotonda sulla sinistra e' usata d'estate per le manifestazioni musicali; piu' oltre e' un piccolo campo sportivo di recente realizzazione.
A destra si trova la vasca con il gruppo marmoreo di Aci e Galatea, tratto da un gesso che si trova presso la Pinacoteca Zelantea; sempre piu' sulla destra si scorge quel che rimane del "Cafe' chantant" Eden (poi teatro), costruzione in stile moresco, dove si eseguivano concerti ed operette. Qui nel 1905 Acireale vide proiettata la prima pellicola cinematografica.
Uscendo dalla Villa Belvedere, che ha di fronte l'ampio e convesso corso Italia, si imbocca corso Umberto, l'importantissima arteria cittadina che in linea retta conduce fino alla Cattedrale.

PALAZZO MUSMECI

 

Su piazza S. Domenico e su via Musmeci si prospetta il palazzo del barone Musmeci, espressione di un barocco misurato e quanto mai elegante.
La chiara superficie muraria su cui si aprono balconi e finestre non presenta alcuna scansione, mentre solo all'altezza del cornicione una serie di piccole finestre con mostre in pietra bianca costituiscono quasi un orlo ricamato di straordinaria intensita' decorativa.
All'interno interessante l'arredamento d'epoca ed il cortile con statue. Nel 1806 il palazzo ospito' re Ferdinando IV.

PALAZZO SCUDERO

Al n. 48 di via Dafnica troviamo il palazzo del barone Scudero, nel cui prospetto di un barocco tipicamente acese giuocano un ruolo straordinario i mascheroni con le loro esagitate fisionomie.

PALAZZO MAURO RIGGIO

Il palazzo Mauro Riggio dalla facciata neoclassica fatta di archi, colonne, bassorilievi circolari dà una nota di particolare decoro alla piazza Marconi.
Di fronte ad esso, addossato ad una casa, è il monumentale "atareddu" (altarino) della Madonna del Rosario, edificato verso la metà del settecento quale segno di ringraziamento per avere salvato la città dalla peste che aveva falcidiato Messina.
Piazza Marconi, su cui si aprono numerose le botteghe del pesce, assieme alle adiacenti vie strette e tortuose con le botteghe dei fruttivendoli, costituisce per il turista un capitolo d'attrazione del tutto particolare e suggestivo.

PALAZZO CALANNA

 

Procedendo per via Vittorio Emanuele II, al n. 117 e' il palazzo Calanna eseguito nel 1890 su disegno dell'ing. Panebianco. L'imponente palazzo, che soffre dell'angustia della strada su cui prospetta, presenta un solido piano terra ,ed un primo piano con un grande loggiato centrale, che costituisce l'idea cardine di tutta la facciata. All'interno del palazzo Calanna si conservano numerosi affreschi di Giuseppe Sciuti (1905), tra i quali assai nota la grande "Battaglia di Aquilio", nello scalone di rappresentanza.
Di fronte al palazzo Calanna, al n. 96, e' palazzo Vigo, realizzato su disegno di Sebastiano Ittar. Qui, come ricorda una lapide, visse e mori' Lionardo Vigo Calanna (1879).

S. MARIA LA SCALA

Ai piedi della "Timpa" su cui domina Acireale è il borgo marinaro di Santa Maria La Scala; l'abitato è delimitato a sud dal mulino, ancora funzionante, alimentato come in passato dall'acqua della sorgente di Miuccio; a nord dallo "Scalo Grande". Poco oltre si può osservare una meraviglia architettonica della natura costituita da prismi basaltici colonnari: la "Grotta delle Colombe", purtroppo rovinata dalle intemperie.
La chiesa oggi esistente è stata costruita dopo il terremoto del 1693; Sul molo del piccolo borgo, vittima di una indiscriminata cementificazione, i vecchi ed esperti pescatori, col viso segnato dal mare, svolgono il loro lavoro di sempre: la riparazione delle reti.
Per chi lo volesse, ancora oggi può raggiungere Santa Maria La Scala attraverso una seicentesca stradetta tutta rampe e "chiazzette" sulla "Timpa".

CASTELLO SCAMMACCA

 

Scendendo verso quella che fino a qualche decennio fa era la parte altimetricamente più bassa della città, dopo il viale Libertà si giunge in piazza Agostino Pennisi. Qui a destra, al n. 9, è il palazzo dell'ex Grand Hotel des Bains (1873); a sinistra la vecchia stazione ferroviaria (oggi destinata a solo scalo merci), oltre la quale è il parco delle Terme regionali "S. Venera".
Chiude la piazza il castello Scammacca, così chiamato dai baroni Pennisi di Floristella perché eretto su un vigneto un tempo appartenente ai baroni Scammacca. Il castello, costruito sul finire dell'800 su progetto dell'arch. palermitano Giuseppe Patricolo, è illegiadrito da merlature ed archi ogivali cari allo stile neogotico. Al suo interno è pure un'elegante cappella con affreschi di Giuseppe Sciuti (1905). All'esterno vi è un bel giardino ricco di alberi e fiori.

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