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PIAZZA DEL DUOMO CUORE BAROCCO DELLA CITTA'.
Il periodo più triste della storia di Catania è racchiuso tra due importanti date il 1669 dove vi fu un terremoto che distrusse il territorio circostante e nel 1693 un terremoto devastò la città, nel 700 si riuscì a riedificare grazie all’Architetto Giovan Battista Vaccarini dove senza alcun dubbio Piazza Del Duomo fu il suo capolavoro. La piazza è immersa nella splendida cornice barocca ,la piazza è il punto di confluenza delle principali arterie cittadine( via Garibaldi, via Vittorio Emanuele e via Etnea).
 
In via Vittorio Emanuele troviamo Palazzo municipale Catania, Il palazzo già “del Senato” e oggi detto “degli Elefanti”. Alla sua realizzazione collaborarono molti architetti, tra cui Giovan Battista Vaccarini, autore delle facciate ovest, est e sud. L’ incendio scoppiato nel 1944, durante una sommossa popolare, distrusse gli arredi interni, l’ archivio storico del Comune e il museo del Risorgimento. L’ edificio ha pianta rettangolare con corte centrale portificata su due lati; all’ ingresso, un busto quattrocentesco di S. Agata e le cosiddette carrozze del Senato, utilizzate in occasione del festeggiamenti della patrona.
 
Altro elemento importante è la famosissima Fontana Dell’Elefante realizzata dal Vaccarini nel 1735, sopra un alto zoccolo di pietra si trova un elefante in nera pietra lavica che sostiene sul dorso un antico obelisco egizio,(la leggenda dice che in tempi normali il mago Eliodoro abbia cavalcato l’elefante durante uno scontro con il vescovo Leone e fu esso ad avere la meglio.
 
Il Duomo eretto in epoca normanna tra il XI e il XII secolo fu dedicato a Sant’Agata patrona della città. Dopo il terremoto del 1963 La chiesa dedicata alla Santa Patrona venne ricostruita ma rimase poco dell’originale. All’interno addossata a un pilastro nella navata centrale,si può ammirare l’ottocentesca tomba di Vincenzo Bellini,mentre nella cappella dedicata alla Madonna si trovano due sarcofaghi ;uno contenente le salme di alcuni membri della famiglia Aragonese, l’altro contenente i resti di Costanza moglie di Federico III D’Aragona . Nell’abside destra si apre la rinascimentale cappella di Sant’Agata . Ricca di decori e tesori visitabile solo 4 giorni all’anno esattamente dal 2 al 5 febbraio in occasione della festa della Santa Patrona.
 
Sul lato sud della piazza si trova la Fontana dell’Amenano alle spalle troviamo Piazza Alonzo Di Benedetto sede ogni mattina del mercato del pesce.
 
Poco distante dal Duomo imboccando Via Dusmet si arriva a Palazzo Biscari denominato come il più bell’edificio di Catania . Fu edificato dopo il terremoto e raggiunse il suo massimo splendore grazie a Ignazio Biscari.La facciata si presenta ornata da cariatidi e da balconi incorniciati da splendidi rilievi. All’interno un ampio e meraviglioso salone delle feste , pieno di specchi, affreschi e decori.
In via Cardinale Dusmet troviamo Porta Uzeda Intitolata al vicerè duca di Uzeda Francesco Paceco, fu realizzata nel 1696 come scenografica apertura delle mura su piazza del Duomo, nella cinta fortificata della città, costruita tra il XIV e il XVII secolo e a tratti ancora riconoscibile. A est è il seminario dei Chierici, con pianta allungata e complessa che, estesa sulle mura cinquecentesche, scavalca la porta e si collega al Duomo. 
 
In via Giuseppe Garibaldi n.78 si trova la Casa-Museo di Giovanni Verga Catania; Il palazzo tardo-settecentesco dove lo scrittore verista visse sin dalla prima infanzia (nacque a Vizzini nel 1840, ma fu battezzato a Catania) è stato trasformato nel 1980 in un museo (ingresso al n. 8 di via S. Anna), in cui sono raccolti cimeli, mobili, fotografie e ritratti appartenuti allo scrittore; lo studio biblioteca comprende 2.000 volumi, di autori europei e di italiani suoi contemporanei.
 
La Via Crociferi è Divenuta nel corso del XVIII secolo sede privilegiata di fastose chiese e conventi, è oggi uno degli ambienti più monumentali e significativi della Catania barocca, malgrado il traffico e il degrado del tessuto edilizio. Sotto la sede stradale è stata di recente portata alla luce un’ area archeologica con case di età romana.Lungo la via si dispongono: l’ Arco di S. Benedetto, che unisce i due edifici della Badia grande e della Badia piccola; la maestosa chiesa di S. Benedetto, posta su un’ alta scalinata e la cui porta lignea presenta scene di vita del santo; il Collegio Gesuitico (oggi sede dell’ Istituto d’ Arte), con un impianto a quattro cortili di cui il primo ha uno splendido chiostro con il primo ordine a colonne e arcate a tutto sesto , il pavimento del cortile a fasce di calcare bianco e ciottoli neri, di ispirazione borrominiana, nonché del palazzo Asmundo Francicanava sulla vicina piazza Asmundo; la chiesa di S. Giuliano, pure riferita al Vaccarini, con magnifica facciata convessa nella parte mediana e cupola circondata da loggiato; il convento dei Padri Crociferi all’ incrocio con Via Antonino di Sangiuliano; l’ ingresso di villa Cerami, in fondo alla via, segnato da un bel portale
 
In Piazza Stesicoro n.15 troviamo L’Anfiteatro di Catania; grandioso impianto romano di forma ellittica, risalente al II secolo d.C., ha un’ arena con diametri di 71 e 51 metri ,circondata da una cavea con 32 ordini di posti che poteva contenere fino a15.000 spettatori. L’ impianto, di pietra lavica con rivestimenti di marmo, ha fondamenta che si estendono molto oltre piazza Stesicoro. La parte visibile corrisponde alla metà nord e vi si distinguono il corridoio esterno e parte degli archi del corridoio interno.
 
Via Etnea sopra nominata Il Salotto Di Catania ; strada di rappresentanza della ricca borghesia catanese. Costruita dopo il terremoto del 1693 per volontà del Duca di Camastra. La strada viene chiamata Etnea per la direzione rivolta al vulcano Etna.Seguendo il segmento settentrionale della via, s’incontra la chiesa di S. Gaetano alle Grotte . Il santuario del Carmine, affacciato su piazza Carlo Alberto; Seguendo il percorso che da nord a sud costeggia piazza del Duomo, si arriva all’ ingresso principale di Villa Bellini, oggi giardino pubblico ricco di decorazioni floreali e di alberi centenari,passeggiando per i freschi viali si gode di una splendida vista su Catania e sull’Etna.
 
Piazza dell' Università Catania fu voluta dal duca di Camastra, con la collaborazione di vari architetti e restaurato dopo il terremoto del 1818. Oggi sede del Rettorato dell’Università degli Studi di Catania (il “Siculorum Gy,masium” che Alfonso d’ Aragona fondo nel 1434), al primo piano ospita la preziosa Biblioteca dell’ Università, una delle più ricche della Sicilia, con l’ annessa Biblioteca virtuale, che mette a disposizione del pubblico una vasta collezione di cd-rom d’ arte.
 
Viale XX Settembre, uno dei segmenti che compongono l’ asse più lungo della città, che in un percorso rettilineo arriva fino al mare e il cui tratto verso lo Ionio permette di raggiungere il Palazzo di Giustizia, Villa Manganelli e il Palazzo delle Scienze, dove hanno sede i Musei di Mineralogia, di Paleontologia e di Vulcanologia, quest’ ultimo con interessanti raccolte di minerali provenienti dall’ Etna e dalle isole Eolie.
 
Percorrendo Via Garibaldi entriamo in un mare pieno d’arte. Attraversando il centro Storico giungiamo in Piazza Federico II di Svevia dove sorge l’antico Castello Ursino costruito nella prima metà del 1200, l’edificio a pianta quadrata ,delimitato da 4 torrioni cilindrici. All’interno del castello troviamo il Museo Civico,dove vi sono svariate collezioni, dipinti,affreschi ecc.
 
Palazzo Platamone Catania, situato in via Landolina 11, dove si trova l’ ingresso che conduce al cortile. Il monastero occupa un intero isolato di forma trapezioidale. La chiesa di S. Placido, che ha dato il nome anche alla piazzetta antistante, è uno dei gioielli di Catania barocca. Il monastero include alcune strutture murarie di quello che fu l’ antico palazzo “alla marina” appartenuto alla famiglia Platamone, nobile e ricca famiglia catanese che operava nel campo del commercio dei prodotti agricoli, del bestiame e dei tessuti esportati da Catania via mare, nonché dall’attività svolta da alcuni esponenti della famiglia che esercitavano la professione di affermati banchieri. Il palazzo dei Platamone, insieme a quello dei Biscari, ebbe la concessione di aprire nelle mura della città una “posterna”, un passaggio che conduceva direttamente al porto. Oggi le case dei Platamone si trovano inserite nel monastero perché già nel XV secolo la famiglia le aveva donate ai religiosi; nel terremoto del 1693 il convento crollò e venne ricostruito inglobando le testimonianze più antiche. Secondo la tradizione la dimora era stata edificata sui ruderi del tempio dedicato a Bacco.

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